Incontro giornalisti: Comunicare per prevenire

Eventi - Apr 2023

Il giorno 23 marzo si è tenuto un incontro aperto ai giornalisti facente parte dell’Azione 2 – Comunicare per prevenire del progetto “Azione di sistema per prevenire la violenza economica contro le donne”

L’incontro formativo si è svolto online ed è stato dedicato all’approfondimento del tema della violenza economica di genere con un focus sui modi per comunicarla sui media.

 

Programma dell’incontro

 

    Introduzione: Paola Dalle Molle, giornalista

 

    Approfondimento sul Gender Pay Gap: Saveria Cappellari, professoressa presso l’università di Trieste

 

    Violenza economica: connotati ed aspetti da osservare per riconoscerla: Anna Campanile, operatrice di Voce Donna ETS

 

    Elaborazioni, ragioni e svolgimento del progetto: Chiara Cristini, ricercatrice IRES FVG

 

Interventi

Saveria Cappellari ha parlato di Gender Pay Gap (GPG) che è il differenziale retribuito di genere calcolato come differenza percentuale tra la retribuzione oraria degli uomini e delle donne rapportata a quella maschile. 

Tale dato varia molto in base all’età:

In base al settore economico:

In base al tipo di contratto:

In questo specifico caso il GPG è negativo in quanto il part-time è pagato maggiormente alle donne rispetto che agli uomini, si verifica perciò il fenomeno inverso. 

Il GPG ci fa notare che uomini e donne a parità di competenze, età, istruzione, territorio, azienda e settore vengono pagati in modo differente.

Vi sono diverse spiegazioni teoriche a questo fenomeno:

    Discriminazione da prefenze: vi è la convinzione che le donne siano meno adatte a determinati ruoli rispetto ad un uomo;
    Discriminazione statistica: le donne garantiscono meno continuità rispetto ad uomo, ad esempio perchè affrontano la gravidanza;
    Segregazione: le donne si concentrano in settori meno pagati.

 

Un altro dato interessante riguarda il tasso di occupazione delle persone tra i 15 e i 64 anni, per gli uomini la percentuale si attesta al 69.2 % mentre per le donne al 50.9%, ci sono circa 20 punti percentuali tra un sesso e l’altro.

Le donne quindì, ricevono un salario più basso e alle volte hanno un contratto part-time, in particolare dopo l’arrivo dei figli.

Tutto ciò accade per aspetti culturali ma anche perché la donna è colei, che nella coppia, prende uno stipendio inferiore e la scelta su chi può ridurre il proprio orario di lavoro per occuparsi della famiglia ricade su un aspetto meramente economico.

Anna Campanile è un’operatrice di Voce Donna ETS, centro antiviolenza che opera da 25 anni nel territorio del Friuli e in particolare di Pordenone. Gli accessi, soltanto, durante l’anno 2022 sono stati 254 nel centro di Pordenone e 80 in quello di Tolmezzo. 

Durante l’intervento la Dottoressa Campanile ha fornito una chiara spiegazione di cos’è la violenza di genere e in particolare la violenza economica: come si attua, quali sono gli atteggiamenti e i fenomeni legati ad essa. 

In particolare, ha presentato la Piramide della Violenza che ha alla base alcuni comportamenti considerati socialmente normali che però contribuiscono a creare situazioni di violenza e sono i primi indicatori da tenere sotto controllo, come il Gender Pay Gap.

Ha presentato anche le forme di violenza economica che sono quattro. Per comodità di spiegazione sono state divise ma nella realtà sono spesso intersecate e sfumate tra loro.

Dopo che si è verificata la situazione di violenza economica la donna con molta difficoltà prenderà le distanze dal compagno in quanto è priva di un’autonomia economica che le permetta di sostenersi e tanto meno dei risparmi o una rete relazione sulla quale contare.

Chiara Cristini ha voluto porre l’attenzione sull’importanza di sensibilizzare gli adulti chiave e gli operatori ma anche le nuove generazioni in merito alla violenza economica, tra essi troviamo anche i giornalisti che sono coloro che si occupano di comunicare fatti e notizie sui media. 

Ha ribadito il concetto che è la donna a sacrificare il proprio lavoro e contratto lavorativo in funzione della famiglia, ciò comporta che se la coppia si lascia sarà la donna a non avere risparmi ed un lavoro che le permetta di sostenere le spese per vivere da sola o con i bambini. 

Le attività svolte all’interno del progetto sono state quattro:

1. Mappare cosa già esiste nel mercato che tratta questa tematica
2. Informare l’opinione pubblica e i media
3. Percorso di prevenzione “Facciamo i conti?”
4. Evento finale che si è tenuto il 12 aprile.


Il progetto, gli eventi organizzati e le azioni messe in atto vogliono essere un punto di partenza e non di arrivo per la Comunità pordenonese.